Per riflettere
Parola di Fabio - "Scelta"
A differenza degli animali l’uomo non è agito dagl’istinti (che determinano rigidamente i comportamenti) poiché ogni nostra pulsione conduce a mete indeterminate.
Tant’è che oltre al copione naturale scritto per la sopravvivenza e perpetuazione della specie, svariati possono essere gli approdi, frutto di motivazioni e scelte tendenti ad appagamenti più alti, “sublimati” e in divenire.
L’espressione artistica, ad esempio, attraversata dalle carsiche correnti dell’eros, ce lo sta a rivelare. Parliamo di autorealizzazione alludendo a un processo, mai del tutto compiuto, che ci sospinge a diventare quella cattedrale che ancora non siamo di cui vedremo ben più in là la cupola. In quanto cercatori di senso (ma qual è il disegno di auto-edificazione, la cattedrale con cui ambiziosamente immedesimarci?), da un lato colmiamo le nostre intrinseche carenze d’origine, la nostra nudità: manchiamo infatti della velocità del ghepardo, dell’agilità delle scimmie o dei delfini, della maestosità dell’aquila, della forza del leone, della livrea dell’orso, della memoria di un computer; d’altro lato sosteniamo un’eccedenza, uno sporgere “prometeico” in avanti, insoddisfatti della cella del presente, protesi appunto verso nuove conquiste. Estrinsecando così il nostro potenziale, fatto di virtù con cui entrare intimamente in contatto, scegliamo la giusta strada ascoltandoci, decidendo (cioè recidendo i rami secchi) sempre al bivio d’incerte possibilità, di promesse cui affidarci.
Ma le scelte, piccole o grandi che siano, guai se non fossero coerenti con il nostro progetto esistenziale. Finiremo per tradirci e diventare ciò che non siamo.


