Per riflettere

Parola di Fabio - "Ritrovarsi"

Trascorre il primo quadrimestre dell’anno. Dietro di noi il Natale, dai propositi edificanti; dinanzi la Pasqua. È già tempo di bilanci. Con un intendimento fermo: ogni nostro gesto, pragmatico, produttivamente economico, mira altresì a conferire senso ampio alle cose. Questo comporterebbe valore, vieppiù se il lavoro, l’esistenza e la vita abitassero nello stesso alone d’armonia.

Come si passa dal proposito edificante all’esito appagante? Banalmente, diremmo, soddisfacendo le aspettative di risultato. Ma che cosa ricerchiamo in questo risultato d’eccellenza? Siamo in cammino. Ogni progetto è una prefigurazione: da qui prendiamo le mosse e là andiamo, ben orientati, competenti, volitivi.

Poi, raggiunto il traguardo, ci guardiamo indietro. Quali i passaggi cruciali del nostro procedere? Pasqua, a ben vedere, significa passare oltre (dall’aramaico pâsàch che indica il passaggio dell’Angelo Sterminatore sull’Egitto o, in ambito cristiano, Resurrezione di Cristo, il suo “passaggio tra la terra e il cielo”).

Passare oltre, cioè sconfinare scavalcando la linea confortevole da cui si sporge verso l’insolito, vertigine del non ancora appurato e consolidato, scostamento gravido di rischi. Qui ci perdiamo. Ma dobbiamo perderci, ancorché intimiditi e sgomenti (è stato così anche in epoca di pandemia), in quell’ignoto da svelare, da afferrare, poiché ad esso tendiamo evolutivamente per realizzarci.

È il prezzo dell’innovazione.

È il principio-speranza, la visione: perdersi per ritrovarsi più compiuti e aderenti al nostro destino che chiamiamo missione.

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